24 Gennaio

Ecco ancora la tanto declamata affascinante etimologia. Educare, dal latino educěre, «trarre fuori», «tirar fuori ciò che sta dentro». Ciò che sta dentro? Certo! Se vado dal generoso “fratello” mare e gli lancio un’esca attaccata ad un amo, con un po’ di pazienza pescherò qualcosa. Tirerò fuori del pesce. Se vado dalla umile sorella terra, la coltivo, la curo e la nutro con un po’ di impegno raccoglierò qualcosa. Tirerò fuori dei frutti. E se vado dall’uomo cosa potrò tirare fuori? Come lo “coltivo”? Come me ne prendo cura? Cosa ci pesco? e cosa raccolgo? Quali risorse potrò educere se non lo “nutro” prima con “l’essenziale”? Quell’essenziale fatto di cose “ovvie”! Fatto dalle mie carezze, dalle mie parole gentili, dalla mia generosità, dalla mia solidarietà, dalla mia serenità, dal mio essere fratello, dal mio amore per la vita, dal mio esempio! Può la giornata internazionale dell’educazione essere anche un giorno dedicato al ricordo, al far ricordare a noi adulti che i giovani imparano la bellezza solo se sono testimoni di bellezza, imparano la pazienza e la fratellanza solo se ne sono testimoni, imparano la pace solo se gliela mostriamo. E dal cielo? Anche da lui, se mi sono preso cura del suo azzurro, se non l’ho farcito di bombe, tirerò fuori la luce, la pioggia, le stelle e il respiro per la vita.

a cura di Luciano Simone